Antonio Ieraci, Coordinatore del Gruppo Giovani di Federmanager
Con entusiasmo e un pizzico di nostalgia, il Coordinatore del Gruppo Giovani di Federmanager, Antonio Ieraci, ormai prossimo alla scadenza del suo mandato, ci accompagna in un viaggio attraverso le tappe più significative di questi anni. Intervistato da “Progetto Manager”, Ieraci condivide i traguardi raggiunti dal Gruppo, le sfide affrontate e l’impegno profuso per la realizzazione di ogni progetto. Ma non solo: rivela i consigli che intende lasciare in eredità al futuro leader e definisce le competenze che ritiene indispensabili per guidare il Gruppo con energia e rinnovata visione. Un momento di transizione, ricco di spunti e ispirazioni, per chi crede nel valore di una leadership giovane, dinamica e orientata al futuro.
Antonio, è tempo di fare il punto del tuo mandato come Coordinatore del Gruppo Giovani di Federmanager. Guardando agli ultimi tre anni, come descriveresti l’evoluzione del Gruppo? Quali sono stati gli obiettivi più significativi che avete raggiunto?
La nostra strategia si è orientata su tre pilastri: network istituzionale, sviluppo territoriale e il Premio Giovane Manager. A livello di network, abbiamo instaurato collaborazioni con i Giovani Imprenditori di Confindustria e ASviS, partecipando a eventi globali come il G20 Young Entrepreneurs Alliance Summit, in India nel 2023 e in Brasile nel 2024, confrontandoci con giovani leader e imprenditori di oltre 20 Paesi industrializzati. Abbiamo, poi, supportato le iniziative locali, cuore pulsante del Gruppo Giovani, riscontrando una partecipazione crescente da parte dei territori e, infine, il Premio Giovane Manager, la nostra iniziativa consolidata come riconoscimento centrale delle capacità e delle competenze dei giovani manager della Federazione.
Il Premio Giovane Manager è molto più di un riconoscimento formale: è una celebrazione delle migliori pratiche manageriali emergenti e una piattaforma di visibilità per i giovani talenti
Il vostro Gruppo si impegna a garantire opportunità di networking e sviluppo professionale. Quali progetti hanno fatto la differenza in termini di inclusione e valorizzazione delle competenze manageriali?
Tra i progetti-chiave vi è senz’altro “Manager tra Manager”, il programma attraverso il quale promuoviamo la condivisione di competenze manageriali in un contesto pratico e orientato all’apprendimento sul campo. Un’opportunità unica di mentorship e confronto tra colleghi, elemento molto apprezzato dai giovani manager che si avvicinano al Gruppo. Abbiamo inoltre potenziato il coinvolgimento del management under 44 nei tavoli tematici di Federmanager. La nostra collaborazione con ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha permesso, in particolare, la partecipazione attiva dei membri a iniziative focalizzate sulla sostenibilità, contribuendo a definire politiche e strategie in ambito di sviluppo sostenibile. Questo impegno si traduce in progetti concreti, come la formazione di manager per la sostenibilità, figure essenziali per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo.
Parliamo del Premio Giovane Manager. L’evento finale di questa sesta edizione, dedicata all’intelligenza artificiale, si terrà a Roma il 23 novembre prossimo. Cosa rappresenta questa iniziativa per il Gruppo?
Il Premio Giovane Manager è molto più di un riconoscimento formale: è una celebrazione delle migliori pratiche manageriali emergenti e una piattaforma di visibilità per i giovani talenti. Con un focus sull’intelligenza artificiale, quest’anno abbiamo voluto sottolineare come l’innovazione tecnologica e le competenze digitali siano centrali per guidare le aziende. Questo evento è anche un’occasione per dialogare con aziende partner e stakeholder e rafforzare il brand del Gruppo come promotore di eccellenza manageriale. È una testimonianza del nostro impegno per il futuro del management in Italia.
Una leadership aziendale più giovane, come sostiene la ricerca di Bain & Company e Key2people, farebbe crescere l’economia italiana fino a 40 miliardi di euro. Quanto conta, a tuo giudizio, investire su una leadership intergenerazionale?
È fondamentale per stimolare la crescita economica del Paese. Una leadership più giovane apporta nuove idee e prospettive “fresche” ed è più incline ad abbracciare il cambiamento e ad adottare innovazioni, in particolare nel contesto della digitalizzazione e della sostenibilità. Questi giovani leader sono in grado di interagire in modo più fluido con le tecnologie emergenti e di comprendere le dinamiche di un mercato in continua evoluzione. La ricerca di Bain & Company e Key2people evidenzia chiaramente che una maggiore inclusione di giovani nella leadership potrebbe tradursi in un incremento del Pil italiano tra l’1% e il 2%. Questo dimostra quanto sia cruciale il loro contributo nel ridisegnare le strategie aziendali e nel promuovere approcci dinamici e innovativi. Inoltre, la sinergia tra generazioni diverse crea un ambiente di lavoro ricco e collaborativo. I giovani leader, affiancati da figure più esperte, possono beneficiare della loro saggezza e conoscenza del settore, mentre queste ultime possono apprendere dai metodi agili e dalle competenze digitali dei più giovani. Questa interazione non solo promuove una cultura aziendale più inclusiva e proattiva, ma prepara anche le organizzazioni a rispondere meglio ad un mercato globale sempre più competitivo e interconnesso. Investire in una leadership intergenerazionale è sia una scelta strategica sia un imperativo per garantire davvero la competitività del nostro Paese.
Quali sono, a tuo parere, le competenze che un giovane manager deve possedere oggi per poter gestire le trasformazioni industriali e tecnologiche in Italia?
Oggi un giovane manager deve possedere competenze digitali avanzate e capacità di adattamento a contesti in rapido mutamento. Tra le skill chiave rientrano una forte visione strategica, flessibilità e una mentalità collaborativa, essenziale per navigare e integrare nuove tecnologie all’interno di organizzazioni complesse. Inoltre, la capacità di comprendere i dati e trarne insight è fondamentale per prendere decisioni rapide e informate. È anche importante possedere competenze relative alla sostenibilità, diventando manager capaci di implementare pratiche aziendali responsabili e contribuire così alla creazione di un futuro più sostenibile. Aggiungo che le soft skill, la comunicazione strategica e la leadership inclusiva possono aiutare a creare ambienti di lavoro resilienti e aperti all’innovazione.
Cosa ritieni importante che il prossimo leader del Gruppo Giovani prenda in considerazione per continuare a far crescere l’organizzazione?
Il futuro leader dei Giovani di Federmanager avrà il compito di mantenere e ampliare la visibilità e l’influenza del Gruppo all’interno del panorama manageriale italiano e internazionale. Innovazione, adattamento, inclusione, visione a lungo termine: chi guiderà i nostri giovani dovrà essere in grado di promuovere una cultura inclusiva e diversificata, rafforzare le alleanze con altre associazioni e organizzazioni, investire nella formazione continua sviluppando programmi di mentoring e di coaching. Solo in questo modo il Gruppo potrà continuare a crescere e ad affermarsi come un interlocutore significativo nei processi decisionali, contribuendo alla costruzione di un futuro solido per l’intera Federazione.