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Operazione benessere

Il welfare pubblico ha bisogno di consolidare un’alleanza con l’offerta privata, nel quadro di una complementarità che si dimostri efficace a beneficio della collettività.

Un grande Paese come il nostro, per sentirsi davvero “in salute”, ha bisogno di un sistema di tutele sociali che si rivelino solide e resilienti. Mi riferisco alle prestazioni di welfare, una sorta di paniere in cui sono racchiusi servizi che lo Stato e i privati garantiscono al fine di favorire il benessere individuale e collettivo.

Ma poiché tutto è soggetto al cambiamento, poiché ciò che ieri era dato per certo, domani potrebbe non esserlo più, meglio fare un prudente passo indietro e domandarsi: che cos’è, oggi, il welfare? Muovendosi nel perimetro dei pilastri che tradizionalmente lo delimitano, vale a dire sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione, rappresenta innanzitutto una voce di natura economica di portata evidente: parliamo infatti di una spesa per l’Italia di ben oltre 600 miliardi di euro nel 2023.

Del resto, il welfare impatta sull’essenza delle nostre vite, basti pensare al valore fondamentale dell’accesso universale alle cure mediche, agli strumenti di previdenza sociale nelle loro più ampie declinazioni e ai tanti interventi in materia di politiche del lavoro, solo per citare alcuni esempi.

Tuttavia, questa ampia architettura di salvaguardia che negli anni è stata costruita, è esposta alle fragilità del nostro tempo, in termini economici e gestionali. Complessità generate da alcune inefficienze strutturali, ma anche da crisi cicliche che interessano lo scenario internazionale e con le quali è inevitabile fare i conti.

Ecco perché, ancor più oggi, il welfare pubblico ha bisogno di consolidare un’alleanza con l’offerta privata, nel quadro di una complementarità che si dimostri efficace a beneficio della collettività.

I nostri Fondi di sanità integrativa e previdenza complementare rappresentano una grande risorsa a tutela del benessere dei manager e delle loro famiglie, per il presente e per l’avvenire. Ancor più in un contesto come quello nazionale in cui, nel 2023, quasi l’8% degli italiani ha rinunciato alle prestazioni sanitarie necessarie.

Per questo prosegue il nostro impegno affinché il nuovo Ccnl di categoria rafforzi ulteriormente gli strumenti di welfare a disposizione della platea manageriale, implementando anche quel welfare aziendale che può essere terreno di positive innovazioni, finalizzate a migliorare la qualità occupazionale e a favorire un ottimale work-life balance. Cercando di pensare, in particolare, a soluzioni su misura per i manager e per i contesti aziendali di riferimento, considerato che oltre il 95% del bacino nazionale di imprese è costituito da Pmi.

La sanità integrativa offre infine un supporto concreto per sopperire alle carenze che in talune realtà territoriali si manifestano e garantisce altresì meccanismi di tariffazione e pagamento trasparenti, in contrasto con quelle forme di evasione fiscale che gravano, come un macigno, su tutti i contribuenti onesti.

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