Partita aperta

Puntare su progetti innovativi e adottare modelli di consumo più virtuosi ed efficienti. È questa la via per ridurre l’impatto umano sull’ecosistema e salvare il nostro Pianeta.

Il 19 maggio 2024 si è verificato l’Overshoot day italiano, il giorno in cui l’Italia, come segnala il Global footprint network, ha esaurito le risorse naturali per l’anno e comincia a sfruttare quelle dell’anno prossimo. La classifica segnala inoltre l’aumento della pressione sui sistemi naturali del Pianeta laddove Paesi come Qatar, Emirati Arabi e Stati Uniti hanno esaurito le risorse disponibili già a partire da febbraio, richiedendo un impegno ancora più importante verso modelli di consumo più sostenibili.

Come rilevato dal Wwf, oggi, per soddisfare i consumi annui degli italiani, sarebbero necessarie più di quattro Italie. Se tutti gli umani consumassero come noi italiani, servirebbero le risorse di quasi tre Pianeti (2,6 per l’esattezza). Questo indicatore misura ogni anno la domanda di risorse e servizi da parte di una popolazione e l’offerta di risorse e servizi da parte dei loro ecosistemi e, al di là della quantificazione numerica puntuale, conferma la necessità di adottare modelli di consumo più virtuosi ed efficienti al fine di ridurre il nostro impatto sull’ecosistema, diventato oramai non più sostenibile.

Il concetto di sostenibilità ambientale è semplice nella comprensione, ma complesso nella definizione scientifica e nell’approccio da adottare, esso, infatti, ingloba concetti come crisi climatica, transizione energetica, economia circolare, etc… Sappiamo con certezza che la sostenibilità ambientale è un driver di sviluppo e di crescita e che il settore energetico, con un contributo pari al 90% delle emissioni di CO2 a livello globale (secondo i dati della International energy agency), è impegnato da diversi anni ad assicurare modelli di produzione e di consumo dell’energia più sostenibili nella direzione della carbon neutrality e della neutralità tecnologica.

Il Wwf rileva che per soddisfare i consumi annui degli italiani, sarebbero necessarie più di 4 Italie. Se tutti nel mondo consumassero come noi, servirebbero le risorse di quasi 3 Pianeti

L’agenda 2030 evidenzia con chiarezza quali debbano essere gli impegni per uno sviluppo sostenibile efficace ed inclusivo, ovvero un modello in grado di garantire accesso a servizi energetici che siano convenienti, affidabili e moderni, accrescendo la cooperazione internazionale, l’efficienza energetica, l’occupazione e promuovendo lo sviluppo di tecnologie che consentano di ridurre le emissioni di CO2.

Come evidenziato dagli studi condotti da Confindustria Energia sulle infrastrutture energetiche primarie, tutto ciò è possibile solo sostenendo gli investimenti in asset e fonti alternative, migliorando le tecnologie per fornire servizi energetici basati sull’autoconsumo o trovando soluzioni innovative per i cosiddetti settori “hard to abate”, comparti industriali particolarmente difficili da decarbonizzare o riconvertire.

Per far fronte a tali istanze si sta riflettendo su cosa puntare per accelerare la transizione energetica, ossia un cambio di paradigma, innovazione, cooperazione e nuovi modelli di produzione, genericamente definiti come economia circolare, green economy e blue economy.

Anche nel settore energetico l’economia circolare può fornire un contributo, coniugando il fattore ambiente con quello industriale e favorendo la realizzazione di un nuovo valore sociale e territoriale. La transizione verso l’economia circolare prevede un sistema economico progettato per autorigenerarsi, ove le risorse (materie prime, acqua ed energia), i prodotti, e gli asset vengono valorizzati il più a lungo possibile nel loro ciclo di vita, con il molteplice obiettivo di: ridurre gli impatti ambientali (ad es. emissioni di CO2), rendere più sicuro l’approvvigionamento, diminuire i costi di produzione e continuare a garantire la competitività degli asset esistenti. Rispondono ai principi dell’economia circolare le iniziative e i progetti che, ad esempio, prevedono la produzione di biocarburanti e di biocombustibili, liquidi e gassosi, da sottoprodotti, da rifiuti e da materie prime seconde. Il recupero e riciclo delle batterie e di materie prime critiche da pannelli fotovoltaici, aerogeneratori di impianti eolici e dai Raee (Rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) contribuiranno a sostenere il forte sviluppo delle rinnovabili mitigando il relativo consumo di materiali necessari.

Anche la realizzazione di elettrodotti e reti di trasporto gas, attraverso soluzioni progettuali e operative volte a minimizzare il consumo di risorse naturali e la produzione di rifiuti dai cantieri, rientrano tra i progetti legati all’economica circolare. Nel quadro delle iniziative anche l’estensione della vita utile degli asset come nel caso degli elettrodotti esistenti e della riconversione delle raffinerie tradizionali in bioraffinerie e il repowering e revamping di impianti di produzione elettrica; poi l’utilizzo delle attuali infrastrutture per il gas naturale anche per il trasporto dell’idrogeno e la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili in aree industriali riqualificate e bonificate.  Non sono altresì da tralasciare le esperienze di condivisione, laddove l’economia circolare è in grado di incoraggiare partnership tra aziende energetiche e associazioni del mondo agricolo come nell’ambito della produzione di biometano per la valorizzazione degli scarti agricoli e di allevamento; inoltre, lo sviluppo dell’intera filiera della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e degli used cooking oil, attraverso accordi di collaborazione con aziende municipalizzate per la raccolta rifiuti e soggetti della grande distribuzione.

Il paniere delle soluzioni consente la valorizzazione e il corretto impiego delle fonti e dei vettori energetici, adeguandone l’uso a seconda del contesto e delle opportunità di mercato. La molteplicità e diversità di attori, stakeholders e players permettono di sviluppare più soluzioni complementari tra di loro, che puntano allo stesso obiettivo ma con strumenti diversi, che si compensano tra di loro sulla base dell’evoluzione e maturità tecnologica, dell’efficacia e dell’economicità.

L’energia è una sfida: sta a noi scovarla, preservarla, rispettarla e risparmiarla come evidenziato nella recente Conferenza globale dell’Agenzia internazionale dell’energia a Nairobi sulla efficienza energetica, strumento vitale per affrontare il cambiamento climatico, così come l’accessibilità economica, la sicurezza e l’accesso all’energia per migliorare la vita e i mezzi di sussistenza dei cittadini di tutto il mondo.

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