La crisi pandemica con cui purtroppo l’Italia sta ancora facendo i conti ha evidenziato la straordinaria resilienza del Servizio sanitario nazionale (Ssn), ma anche criticità evidenti, sulle quali è urgente intervenire.
Solo per fare qualche esempio: Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) non garantiti allo stesso modo in tutto il Paese, liste d’attesa infinite, posti letto insufficienti, carenza di personale sanitario che causa condizioni di lavoro inaccettabili, utilizzo poco trasparente delle risorse, strutture fatiscenti e tecnologicamente inadeguate.
CIDA sottolinea l’importanza del tema della sanità all’interno del dibattito politico, con l’obiettivo di lavorare per rendere davvero equo, accessibile e universale il nostro Ssn.
A tal fine sarà necessaria una riforma del sistema sanitario che ponga al centro il “cittadino” e le sue esigenze, in una società come quella italiana che riscontra trend di progressivo invecchiamento e fa quindi crescere la domanda di prestazioni.
Per portare avanti una visione che si fondi su un effettivo well-being dei cittadini, non si può però prescindere da un’analisi che evidenzi anche i limiti relativi alla sostenibilità economica del Ssn.
CIDA ritiene che sia strategico rendere maggiormente sinergico il rapporto, in termini di complementarità, tra sanità pubblica e privata: il ruolo svolto dai Fondi di assistenza sanitaria integrativa è determinante nell’ottica di completare l’offerta sanitaria
Ecco perché CIDA ritiene che sia strategico rendere maggiormente sinergico il rapporto, in termini di complementarità, tra sanità pubblica e privata: il ruolo svolto dai Fondi di assistenza sanitaria integrativa è determinante nell’ottica di completare l’offerta sanitaria, garantendo la qualità delle prestazioni e contribuendo al controllo della spesa.
Alla luce di un ampio intervento di riforma a cui CIDA vuole contribuire, la Confederazione propone le seguenti azioni da attuare:
• Rivedere i Lea per ampliare le prestazioni erogabili dal Ssn, valorizzando al contempo il ruolo della sanità religiosa e privata no profit per le prestazioni sanitarie non ricomprese nei Lea, con la finalità di ampliare l’offerta sanitaria.
• Predisporre una riforma dell’ospedale in continuità con il DM 77/2022, prevedendo strutture flessibili, integrate nel territorio, in grado di assicurare sia le emergenze che le attività di elezione. Creare un 4° Lea interamente dedicato al sistema di Emergenza-Urgenza che ricomprenda 118 e Pronto soccorso.
• Strutturare il finanziamento del Ssn in modo da evitare che lo stesso continui a ricomprendere tutte le voci di spesa (dal costo della siringa al costo delle tecnologie, dal costo delle prestazioni a quello del personale, etc…), lasciando ampi margini di manovra alle Regioni nell’allocazione delle risorse.
• Eliminare il tetto di spesa per il personale dipendente e assumere il personale necessario al funzionamento delle strutture ospedaliere e territoriali.
• Investire sul personale medico, affidandogli il governo delle attività cliniche, migliorando le condizioni di lavoro, prevedendo reali sviluppi di carriera, non demonizzando la libera professione, stipulando contratti esigibili e trasformando la formazione degli specializzandi in formazione-lavoro. Infine, impedire il ricorso alle società di servizi per il reclutamento di medici italiani e stranieri con remunerazione oraria che introduce un doppio binario di ingresso non competitivo all’interno del Ssn, crea un dumping salariale e non garantisce la qualità dell’assistenza.
• Potenziare il ruolo e la diffusione dell’assistenza sanitaria integrativa in un’ottica di complementarità e sussidiarietà con il Ssn.
• Riorganizzare la sanità territoriale, in una logica di prossimità al cittadino e per alleggerire il carico delle prestazioni delle strutture ospedaliere.