Tutti ci chiediamo quale sarà l’aspetto delle città del futuro. Le città, già oggi, sono responsabili per il 40% dell’utilizzo di energia elettrica prodotta a livello globale e per il 70% delle emissioni di gas a effetto serra: la crescente urbanizzazione porterà i centri urbani ad essere sempre più al centro della sfida sulla sostenibilità. Le città devono dunque essere ridisegnate in chiave sostenibile e assicurare una mobilità di persone e merci veloce, efficiente, sicura, sostenibile e a zero emissioni. Strategia e sostenibilità, infatti, sono strettamente connesse: non esiste una sostenibilità non strategica. La sostenibilità rappresenta un fattore chiave del Piano Industriale 2022-2031 del Gruppo FS che fissa il traguardo della carbon neutrality al 2040 ed è un elemento trasversale a ciascuno dei quattro nuovi Poli di business del Gruppo FS: infrastrutture, passeggeri, logistica e urbano.
Oggi il settore dei trasporti in Italia produce il 25% delle emissioni complessive, valore che è aumentato negli anni (+3,2% da 1990 ad oggi). La ferrovia muove il 6% dei passeggeri e produce solo lo 0,1% delle emissioni. Mentre il trasporto su gomma (individuale + trasporto pubblico locale) muove quasi il 90% dei passeggeri in Italia con il 95% delle emissioni. Analogamente per le merci, il ferro trasporta l’11% delle merci con l’1% delle emissioni. Per realizzare la transizione ecologica pianificata dall’Unione europea con il Green deal, è necessario rendere sempre più attrattiva la ferrovia, trasportando su ferro una quota crescente di passeggeri e merci.
Stiamo lavorando per realizzare infrastrutture ferroviarie e stradali resilienti, integrate tra loro e interconnesse con gli altri sistemi di mobilità pubblica e condivisa, per una sempre maggiore intermodalità, valorizzando le nuove infrastrutture realizzate anche grazie al Pnrr. Il nostro servizio, offerto con treni e bus sempre più sostenibili, è orientato ad una sempre maggiore integrazione dell’offerta tra le varie modalità di trasporto. Puntiamo, in arco di piano, ad elettrificare ulteriori 2.000 km di rete ferroviaria, ad autoprodurre il 40% del fabbisogno energetico attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili e a contribuire alla rigenerazione urbana delle città. In questo contesto, la tecnologia e l’innovazione rappresentano degli «abilitatori» della transizione della mobilità che dovrà passare da un modello di competizione modale a quello di coopetizione modale.
Stiamo ragionando in un’ottica di sistema con un approccio basato sull’utilizzo di big data, in cui diventano centrali le piattaforme tecnologiche che consentono un dialogo e uno scambio con gli altri attori del trasporto, digitalizzando la customer experience e integrando l’offerta nelle piattaforme MaaS. Aereo, treno, trasporto pubblico locale, sistemi di mobilità condivisa e micromobilità devono cooperare, generando benefici per l’intero sistema di mobilità e per il paese.
E questo vale tanto per il trasporto dei passeggeri che per il trasporto delle merci, dove è fondamentale offrire servizi sempre più personalizzati e digitalizzati, e integrare i servizi di trasporto in un unico sistema multimodale, valorizzando il trasporto combinato ferro con quello via acqua e su gomma, soprattutto nel primo e ultimo miglio. In ambito di ricerca volta all’innovazione, è stato recentemente costituito il nuovo “Centro nazionale di ricerca per la mobilità sostenibile” di cui il Gruppo FS Italiane fa parte: 25 tra università ed enti di ricerca e 24 grandi aziende nazionali, insieme per rendere il sistema della mobilità più sostenibile, connesso e digitale, stimolando l’innovazione tecnologica e la valorizzazione delle competenze.
Ecco un’altra parola chiave al centro dello scenario del futuro. Formazione e competenze sono tra le sfide più importanti per la realizzazione del Pnrr ed è fondamentale valorizzare le persone, per creare valore duraturo e sostenibile, lavorando in ottica di sistema.