Nell’immaginario collettivo i treni appartengono al mondo del lavoro. Anzi, se vogliamo andare ancora più indietro nel tempo, addirittura fanno venire in mente le grandi migrazioni dal Sud al Nord. Il treno è sempre stato speranza, lo troviamo protagonista in tanti film e in tanti romanzi: il treno è il luogo delle grandi decisioni, divide e unisce persone, famiglie, imprese. Questo è stato il treno.
Oggi non più, mantiene sempre questo suo simbolo di cambiamento (e di speranza), ma la natura del primo e della seconda sono mutati nel corso del tempo. Il treno è entrato nella routine delle persone: chi viaggia ogni giorno per lavoro, chi per incontrare gli amici, chi per percorsi brevi e chi per percorsi che, sebbene sempre più lunghi, rimangono dentro la routine. Oggi un viaggio da Roma a Milano è routine, non è un avvenimento: si va e di torna in giornata e non ci si pensa più di tanto.
Il treno è entrato nella routine, però mantiene un fascino e tutto il suo immaginario (da quello epico delle locomotive fumanti a quello più recente dell’alta velocità, che quando la sua misura compare sul display dei vagoni ci sembra ancora incredibile) agisce ancora, magari in maniera più sottile, ma è sempre presente. Salire su un treno porta emozioni ben diverse e superiori dal salire sulla propria auto. Non foss’altro perché rimescola le carte del nostro mondo (siamo con altri, interagiamo con altri, ci confrontiamo con altri).
Un aspetto però il treno non è ancora riuscito a conquistare: la primazia nel mondo del viaggio di svago, cioè nell’universo delle vacanze e, in generale, del mondo “leisure“, l’insieme di attività che sono collegate al tempo libero. Non che la gente non prenda il treno per viaggi di vacanza, anzi lo fa in maniera crescente, dopo il blocco e la paura dei due anni di Covid. Appartiene però ancora più alla realtà che all’immaginario. Niente male, si potrebbe dire, se non fosse che la conquista di una primazia del treno nel mondo “leisure” può preludere a nuovi orizzonti di mercato, perché la mobilità per il “leisure” è destinata a crescere, mentre quella per il lavoro, a causa dei cambiamenti apportati dallo smart working e dal lavoro a distanza, è destinata a essere contenuta. Con la prospettiva di oggi potremmo dire intuitivamente che le potenzialità del treno collegate al “leisure” sono esponenziali e quelle collegate al lavoro sono lineari: una bella differenza.
La mobilità per il “leisure” è destinata a crescere, mentre quella peril lavoro, a causa dei cambiamenti apportati dallo smart working edal lavoro a distanza, è destinata a essere contenuta
Bisogna allora andare più nell’analisi per capire come già siano in corso le trasformazioni del turismo che offrono nuove potenzialità al treno e capire le varie modalità attraverso le quali il treno può raggiungere una primazia nel turismo. Il primo elemento evidentissimo, anche se proprio le cose più evidenti non sono talvolta quelle più percepite, è che l’alta velocità ha trasformato la pianificazione turistica. Prima o si andava a Roma o a Venezia, concepiti come due prodotti turistici alternativi: oggi si può indifferentemente scegliere una delle quattro principali città turistiche italiane (Roma, Venezia, Firenze e Milano) e farne la base per rapidi spostamenti dall’una all’altra (questo dovrebbe avere conseguenze anche sul marketing delle compagnie ferroviarie). Le quattro città sono oggi un unico prodotto turistico. Questo cambia tutto, sia sul piano della comunicazione che della promozione di ciascuna di queste quattro città e la ragione del cambiamento è solo l’alta velocità, perché le autostrade sono rimaste le stesse, i collegamenti aerei sono diminuiti, insomma il treno ha cambiato il modo d’essere del turismo delle grandi città d’arte, o del turismo urbano, come senz’altro sarebbe meglio definire questa tipologia di turismo.
La focalizzazione del treno sul “leisure” è solo questa? Non è solo questa, anche se è destinata ad approfondirsi, a mano a mano che l’alta velocità comprenderà sempre più città. La prossima “rivoluzione” del treno sarà il sud, che oggi non ha quasi nessuna possibilità di entrare nel mercato dei “week-end” (il secondo segmento d’importanza nell’industria dell’ospitalità, dopo le grandi vacanze estive). Non può entrare su questo mercato perché da Milano, da Roma, da Vienna o da Parigi non è possibile (ed economicamente sostenibile) fare un viaggio da venerdì a domenica a sud di Napoli. L’alta velocità lo renderà possibile, ancor meglio se le connessioni ferroviarie saranno agganciate a quelle aeroportuali: ogni aeroporto dovrebbe avere una stazione ferroviaria interna con collegamenti di alta velocità.
Il treno potrebbe diventare turistico già nei suoi tempi, nell’organizzazione dei suoi spazi, nell’articolazione delle fermate. Non parliamo in questo caso di alta velocità, ma di “treni turistici”, cioè treni che sono votati a questo segmento di mercato. Magari si tratta di linee poco impiegate o abbandonate: sappiamo che tante linee ferroviarie lambiscono il mare; perciò, da linee secondarie potrebbero essere trasformate in “linee turistiche“, collegando località molto vicine tra loro e “liberando” le persone dall’uso dell’automobile. Spesso il successo o meno di queste iniziative dipende oltre che dai fattori citati, anche dalla loro frequenza e dall’estensione degli orari di servizio. Piccoli dettagli che però determinano o meno, in molti casi, la scelta del loro uso.
Allo stesso modo, una terza linea di sviluppo ha un’impronta più collegata alla sostenibilità, utilizzando il treno in alcuni tratti di valore paesaggistico come parchi e riserve, dove è vietato l’accesso delle auto. Ci sono linee che potrebbero essere convertite a questo utilizzo mediante innovazioni che concepiscano il treno non come un mero mezzo di trasporto, ma come un elemento coerente con una vacanza all’insegna della natura, o anche un impiego maggiore del treno nelle stazioni sciistiche, con l’identico scopo di alleggerire la presenza delle auto in montagna. Treni pensati per questo tipo di vacanza, e non semplicemente, ancora una volta, come semplici mezzi di trasporto.
La primazia nel turismo del treno può nascere su queste basi, cioè di un modo per suscitare immediatamente il pensiero del treno non appena nasce il pensiero della vacanza (ovviamente, dove il mezzo è compatibile, ma a guardar bene il numero di viaggi secondo le distanze affrontabili con il treno, si supera oltre il 70% dei casi). Il treno, in questo modo, diventa il “sistema nervoso” dell’intero sistema turistico, nel momento in cui, partendo dalla circostanza, formidabile, di essere la rete fondamentale di collegamento delle città, si allarga a comprendere aeroporti, porti, destinazioni balneari e, all’interno di esse, la rete capillare dei collegamenti interni, così come per quelle montane.
Sappiamo da tempo che la logistica è decisiva nell’industria del turismo, perché determina la scala di convenienza e di preferenza dei viaggiatori: quella ferroviaria è la rete logistica più importante in assoluto. Serve consapevolezza.
La logistica è decisiva nell’industria del turismo, perché determina la scala di convenienza e di preferenza dei viaggiatori