La sfida lanciata dal sistema comunitario attraverso il “Next generation Eu” supera il concetto dei piani di ripresa così come vengono generalmente intesi, si tratta di una cura strutturale ed irripetibile che, fondando sulla sfida per le prossime generazioni, assume dei principi cardine su cui costruire una visione futuristica europea. Temi come sostenibilità, salute, digitalizzazione strutturano il patto con le prossime generazioni per uscire rafforzati dal periodo pandemico che ha investito l’intero pianeta.
Operazioni di questa natura necessitano di grandi investimenti, ma soprattutto di profonda consapevolezza di quanti sono e saranno chiamati ad interpretare gli indirizzi e a rendere concreti i progetti che, nelle articolazioni del Piano, interessano trasversalmente settori strategici delle nostre economie.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha stanziato 31,4 miliardi di euro per il settore delle infrastrutture e dei trasporti. Una disponibilità piuttosto ampia che, evidentemente, troverà fruizione da parte di una ricca serie di misure finalizzate a migliorare la logistica del Paese, uno dei punti “deboli” della nostra struttura economica territoriale. Ma come impatterà il Pnrr sui trasporti italiani?
Per il momento, il Pnrr sembra essere intenzionato a intervenire soprattutto su due linee di azione quali gli investimenti sulla rete ferroviaria da una parte, e l’intermodalità e la logistica integrata dall’altra. Per quanto attiene la prima componente, le risorse saranno dedicate al completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità e alta capacità, oltre che all’integrazione tra questi e la rete ferroviaria regionale, da mettere in sicurezza. Sarà poi introdotto l’Ertms (European rail traffic management system), al fine di aggiornare le strutture di sicurezza e di segnalazione attualmente esistenti, in linea con le best practice internazionali.
Obiettivo principale del Governo è dunque quello di potenziare il trasporto su rotaia di passeggeri e merci, incrementando la capacità e la connettività della rete ferroviaria e sviluppando la qualità del servizio.
La seconda componente del Pnrr sui trasporti in Italia si focalizza invece sulla necessità di ammodernare e digitalizzare il sistema logistico, con investimenti per la sicurezza stradale e del sistema portuale, al fine di migliorare competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti.
Dunque, una maglia di interventi piuttosto cospicua, che nei prossimi mesi verrà declinata in maniera più specifica, al fine di fronteggiare in modo efficace il fabbisogno del sistema logistico italiano, e colmare in tal modo la sicurezza e la resilienza climatica e sismica di molte infrastrutture, mediante l’uso delle più innovative soluzioni tecnologiche.
Analizzare il tema delle infrastrutture, la loro connessione, il loro utilizzo consapevole e sostenibile rivoluzionerà il concetto di mobilità tradizionale, traducendosi in mobilità come servizio. Questo concetto amplierà l’offerta diffusa di reti interdipendenti e connesse che necessiteranno di nuove competenze ad ogni livello.
Analizzare il tema delle infrastrutture, la loro connessione, il loro utilizzo consapevole e sostenibile rivoluzionerà il concetto di mobilità tradizionale, traducendosi in mobilità come servizio
Fornire prodotti flessibili in ragione della domanda puntuale, avrà bisogno di una “cura da cavallo” in termini di analisi dei dati disponibili su piattaforme condivise dai diversi provider di servizi, che dovranno fornire soluzioni multimodali sostenibili, adatte alle esigenze del singolo.
Una rivoluzione culturale, dunque, nell’ambito della mobilità urbana ed extraurbana di persone e merci sia in ambito pubblico che privato. La sfida che viene lanciata ha già trovato il concetto di mobility as a service nella città di Milano, che più di tutte allo stato ha creduto in questa direzione di marcia.
L’adeguamento di sagome Pc80 sulla rete ferroviaria nazionale consentirà l’interoperabilità dei trasporti nelle diverse modalità treno, gomma, mare, aereo riducendo veicoli e mezzi pesanti dalle strade di interesse nazionale a vantaggio di corridoi ferroviari e via nave che sosterranno la domanda crescente di scambi intraeuropei.
Queste non sono, né potranno essere semplicemente enunciazioni di principi astratti, ma realizzazione concrete di opere, soluzioni, e cambi di approcci gestionali che interverranno nell’immediato futuro, e che modificheranno radicalmente le nostre abitudini.
Lo stress test intervenuto a seguito della crisi pandemica ha modificato strutturalmente il concetto di lavoro e degli ambiti di sviluppo e condivisione degli obiettivi di privati ed imprese, che hanno dovuto ridisegnare in brevissimo tempo, soluzioni lavorative impensabili nei tempi che sono stati concessi, con accelerazioni importanti che hanno messo a dura prova intere organizzazioni.
Come manager siamo in prima linea chiamati a fornire il supporto necessario per realizzare questa autentica rivoluzione, con le competenze necessarie e con quella resilienza che caratterizza il nostro agire nell’impresa.