Circa 14 mila sono le aziende oggi iscritte al Fasi, il Fondo sanitario dei dirigenti industriali e a parlarci dell’importanza che il Fondo ha per le aziende iscritte è la dottoressa Cristina Cofacci, head of Industrial relations and Labour law del gruppo Leonardo che, con i suoi 786 manager iscritti, porta una testimonianza significativa sul valore che genera il poter contare per sé stessi e i propri familiari, in ogni momento della vita, su una tutela sanitaria integrativa.
Dottoressa Cofacci, può parlarci dell’esperienza del gruppo Leonardo?
Il gruppo Leonardo, ex gruppo Finmeccanica, è costituito da una galassia di aziende provenienti da precedenti esperienze di casse sanitarie aziendali confluite nel Fasi di recente: dal 2016 tutti i dirigenti di Leonardo sono confluiti nella tutela sanitaria del Fondo Fasi dei dirigenti industriali. Ho avuto modo di fare un sondaggio con i miei colleghi delle risorse umane e delle relazioni industriali di tutte le divisioni del gruppo e il feedback ricevuto a livello qualitativo sui servizi del Fondo Fasi è stato molto positivo. Quello che ho percepito soprattutto è la disponibilità del Fasi alla comunicazione e all’informazione oltre che a una costante attenzione ai servizi offerti, all’innovazione e alla stabilità economica di medio-lungo periodo del Fondo.
Nel realizzare una cultura della salute, la bilateralità costruttiva e l’eccellenza delle prestazioni sono fattori determinanti
Come responsabile delle relazioni industriali e welfare aziendale, può dirci cosa chiede oggi il dirigente all’azienda?
Mi piace portare l’esempio dei giovani che, sia come attrattiva delle aziende a cui inviare il cv che in fase di definizione dei pacchetti retributivi, chiedono, al di là della Ral, quali siano i benefit che propone l‘azienda. Noi stiamo cercando di costruire un welfare che abbia una parte contrattuale, sia per dipendenti che per dirigenti, e una parte aziendale, quest’ultima tesa soprattutto a diffondere la cultura della salute e della prevenzione, concetto che promuoviamo attraverso i nostri mezzi di comunicazione interna. In questo momento siamo molto concentrati, ad esempio, sul tema della nutrizione con un progetto lanciato da un anno e mezzo, “Move for health”, che opera in sinergia con le mense aziendali e prevede la possibilità di avere a disposizione dei nutrizionisti. Sono passaggi da sviluppare sempre più in un’ottica “ibrida” tra presenza fisica e da remoto che, se quotidiani, contribuiscono a rendere l’ambiente lavorativo più sano e aiutano a costruire un sistema più ampio di wellbeing. Io provengo da un’esperienza di un altro grande gruppo italiano che non aveva la tutela Fasi e devo riconoscere che il livello di welfare integrato riscontrato in Leonardo, dove lavoro da tre anni ormai, è molto elevato, con una customer satisfaction positiva rispetto ai tempi di rimborso, alla facilità di accesso alle prestazioni e al funzionamento del contact center.
Ci sono secondo lei delle necessità dei vostri dirigenti sulle quali il Fasi potrebbe ragionare e proporre nuovi servizi?
Abbiamo di recente negoziato con Federmanager e il coordinamento dirigenti Leonardo il rinnovo della contrattazione aziendale e abbiamo confermato la nostra volontà di creare uno specifico tavolo tecnico nazionale su salute e welfare perché ovviamente quasi 800 dirigenti del gruppo in Italia rappresentano una popolazione decisamente significativa. Ci siamo dunque dati atto con Federmanager del fatto che lavoreremo insieme al Fasi, ad Assidai e anche al Previndai per riflettere ulteriormente sui contenuti delle diverse tutele.
Siete sempre più orientati, dunque, a un’accezione di welfare che sia la più ampia possibile. Cosa avete in serbo per i vostri dirigenti nel 2022?
Nel corso della pandemia ci siamo trovati in una situazione difficile che ci ha portato a riscoprire il valore della salute intesa come benessere fisico e psicologico che, nella prevenzione, è un pilastro fondamentale. Nella costruzione di questa cultura della salute, la bilateralità costruttiva e l’eccellenza delle prestazioni emergono come fattori determinanti. In azienda, ad esempio, è stata molto apprezzata l’iniziativa del “Fasi in pillole”. Noi in questo senso ci stiamo muovendo per arricchire, sul fronte del wellbeing, la tipologia di servizi messi a disposizione perché ovviamente oltre che di servizi sanitari si parla anche, nell’accezione più ampia di welfare, di servizi di salute fisica e supporto psicologico, perché ci siamo resi conto che il concetto di salute è esteso anche a questa sfera, sia per lavoratori che per le loro famiglie. In questo senso, sono davvero molto apprezzabili le nuove prestazioni introdotte per il 2022 dal Fasi rivolte alla neuropsichiatria infantile. Quello che sta realizzando il Fondo Fasi come scambio e circolazione tra innovazione e ascolto è veramente fondamentale, soprattutto nell’ottica della continua evoluzione delle esigenze. Noi come stakeholder siamo a fianco del Fondo per tutto quello che può essere sia di miglioramento che di input di evoluzione.