L’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza le potenzialità della tecnologia a servizio di modelli di connected care in cui le soluzioni digitali sono poste a favore dei percorsi di cura della popolazione realizzando un sistema in cui a viaggiare sono prevalentemente i dati, standardizzati e interoperabili a livello internazionale, anziché i pazienti.
Per realizzare un modello completo è importante considerare tutti gli attori coinvolti nella gestione dei dati dei pazienti, in una logica condivisa, in cui anche i fondi sanitari integrativi possano contribuire – con i loro servizi ed i relativi dati generati – alla creazione di un ecosistema digitale aperto e interconnesso a servizio di un progetto.
In quest’ottica nasce l’idea del Fondo sanitario dei dirigenti di approfondire le opportunità della telemedicina per la sanità integrativa al fine di allineare la propria tutela ai bisogni dei principali stakeholder di riferimento.
Il primo passo è stato quello di realizzare un’indagine pilota – condotta dal Fasi nel 2021 – su un campione rappresentativo dei fondi sanitari integrativi censiti dall’anagrafe del ministero della Salute. L’indagine ha evidenziato che solo il 29% dei fondi ha adottato soluzioni “stabili” di medicina a distanza e rileva una grande frammentazione di soluzioni scelte.
Il 60% di questi fondi offre agli assistiti le prestazioni gratuitamente: il 40% a coloro che soddisfano particolari condizioni anagrafiche-medico-cliniche e solo il 20% a tutta la popolazione assistita. Per il 40% le prestazioni sono semplicemente oggetto di rimborso.
Nessuna delle soluzioni adottate dai fondi rispondenti è integrata e/o collegata con il Fascicolo sanitario elettronico. La maggior parte di questi non ha ancora soluzioni di telemedicina e sta riflettendo se farlo in futuro, cercando di cogliere il modo migliore per restituire valore agli assistiti nel rispetto del proprio ruolo, che si estrinseca nella partecipazione al costo sostenuto per fruire di una prestazione sanitaria e non alla sua erogazione.
Si potrebbe immaginare la costruzione di una piattaforma per raccogliere i dati e restituire informazioni valide agli assistiti da utilizzare volontariamente con il proprio medico di fiducia. Il monitoraggio è adatto sia nei percorsi di prevenzione che nei percorsi di cura delle cronicità, non da ultimo per le persone che soffrono gli effetti del Long Covid. Il quadro normativo attuale fa ben sperare. Le istituzioni mostrano un interessamento, anche grazie ai fondi del Pnrr, a intervenire con importanti finanziamenti in progetti strategici, tra cui il progetto Gaia X che prevede la partecipazione del Governo al Consorzio europeo per lo sviluppo di un’infrastruttura cloud comune.
Le istituzioni mostrano un interessamento, anche grazie ai fondi del Pnrr, a intervenire con importanti finanziamenti in progetti per le cure domiciliari
È arrivato, quindi, il momento di pensare a come le soluzioni adottate dai fondi possano migliorare la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Le innovazioni che il Fasi sta cercando di mettere in atto rappresentano, quindi, una garanzia che il Fondo vuole dare ai propri iscritti per assicurare aiuti adeguati nelle fasi più critiche della loro vita.