Una formidabile difesa immunitaria sociale

Così il ministro Andrea Abodi interpreta lo sport e tutti i contributi di socialità, inclusione e cultura che porta con sé. Grazie anche alla spinta dei prossimi grandi eventi di cui l’Italia sarà protagonista.

 

Non solo Milano-Cortina, ma anche i Giochi del Mediterraneo a Taranto nel 2026. Andrea Abodi è il ministro per lo Sport e i Giovani, alla guida di una macchina fatta di grandi eventi e di iniziative diffuse. Ministro, quanto è importante riuscire a svolgere nel nostro Paese grandi manifestazioni internazionali, sia in termini di investimento sia di promozione della cultura sportiva sui territori?

A partire dai mondiali di scherma a luglio a Milano, passando per la Ryder Cup a Roma a fine settembre e gli Europei di atletica a Roma a giugno del prossimo anno, l’Italia si appresta a ospitare una serie di grandi eventi sportivi. Ognuno di questi appuntamenti internazionali, con le opere pubbliche collegate, lascerà positive eredità di cui sarà necessario valutare, misurare e comunicare gli impatti e i ritorni sociali, tanto più in presenza di contributi pubblici. Saranno buone occasioni per promuovere lo sport e le varie discipline anche nelle scuole, per qualificare il capitale umano dedicato agli aspetti organizzativi e gestionali, per migliorare l’impiantistica, e non solo nei luoghi che ospiteranno gli eventi. Per Olimpiadi e Paralimpiadi, come per i Giochi del Mediterraneo, saranno realizzate anche infrastrutture di collegamento, stradali e ferroviarie, che potranno migliorare la qualità della vita nei territori. Per quanto in dimensioni più limitate, anche la Ryder Cup, evento golfistico unico al mondo che metterà di fronte la squadra dell’Europa e quella degli Stati Uniti e che già registra il tutto esaurito al Marco Simone Golf e Country Club, lascerà in eredità al territorio un importante piano di infrastrutture stradali, finanziate dal governo, che miglioreranno la viabilità a beneficio di circa un milione di persone che vivono nella Città Metropolitana dia Roma. E tutti i cantieri chiuderanno prima dell’evento, cosa non proprio consueta. Ci auguriamo di proseguire con le candidature di EXPO 2030 a Roma e Campionati europei di calcio del 2032 in dieci città italiane: due grandi sfide per le quali verranno scelte le sedi tra ottobre e novembre di quest’anno, che consentirebbero alla nostra Nazione di proiettarsi nella modernità sostenibile.

Expo 2030 e gli Europei di calcio del 2032 sono due grandi sfide che consentirebbero alla nostra Nazione di proiettarsi nella modernità sostenibile.

Quali valori esprime lo sport, secondo il suo glossario?

Lo sport è una straordinaria serie di opportunità messe a disposizione delle persone, delle comunità e dei territori. Lo considero una formidabile “difesa immunitaria sociale”, della quale si avverte ancor più bisogno in questa fase di sconvolgimenti del mondo, iniziati con la pandemia da Covid-19 e proseguiti con la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Quello che stiamo vivendo è un capitolo della storia nel quale sono molto importanti i “contributi” che lo sport offre: socialità e confronto, inclusione e coesione, educazione e cultura, solidarietà e rispetto, competizione e lealtà. Non è il mondo ideale, ma è un mondo di ideali, per quanto talvolta traditi o negati, che fanno bene al corpo, alla psiche e … all’anima. Sarebbe così “stravagante” fare una campagna per promuovere i valori che sono alla base del movimento sportivo? Lealtà, correttezza e probità. Potremmo scoprire, utilizzando un vocabolario comune, che stiamo parlando non solo di sport.

Che ruolo hanno sport e benessere in un’ottica di sviluppo sostenibile?

Lo sport offre fondamentali contributi alla qualità della vita delle persone e occupa spazi di comunità che contrastano molte patologie sociali. In questa fase così difficile e compromessa, possiamo considerare la pratica sportiva, l’attività motoria e la cultura del movimento come degli strumenti anticiclici, che possono contribuire a ripristinare la prospettiva di una vita più sana. E non solo fisicamente.

Ad esempio, il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la società Sport e Salute hanno sottoscritto due mesi fa una Convenzione per la realizzazione di un Piano di azioni per la promozione dell’attività sportiva sui territori. Di cosa si tratta?

La Convenzione si basa sul principio che istruzione e pratica sportiva contribuiscono alle pari opportunità, al benessere, all’inclusione e alla coesione, consolidando la funzione sociale dello sport, come strumento di crescita sostenibile. Dei 17 milioni di euro previsti nella Convenzione, che si aggiungono agli altri 25 di un altro accordo tra i medesimi attori istituzionali, 2 milioni saranno dedicati in modo specifico all’inclusione, anche con l’allestimento di spazi non convenzionali per l’attività motoria, fisica e sportiva all’interno o all’esterno delle scuole senza palestra. Questo a sottolineare, ancora una volta, l’importanza proprio della scuola quale punto di partenza per lo sviluppo educativo e culturale di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi, nell’ambito del quale lo sport deve acquisire una presenza costante, diffusa e di qualità. Lo sport deve essere di tutti e per tutti, nessuno escluso, per questo è uno strumento che va difeso e rafforzato.

La scuola va vista quale punto di partenza per lo sviluppo educativo e culturale di bambine e bambini, nell’ambito del quale lo sport deve acquisire una presenza costante, diffusa e di qualità.

Lo sport sta per entrare in Costituzione. Cosa significa per Lei?

Lo considero un traguardo importante, seppur intermedio. La nostra Carta riconoscerà all’articolo 33 “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Parlo di traguardo intermedio perché questo obiettivo, una volta raggiunto, dovrà subito trasformarsi in strumento per garantire il diritto allo “sport per tutti e di tutti”, per dare gli adeguati supporti alle persone e alle comunità più in difficoltà, nelle periferie urbane e sociali della Nazione, nelle quali si avverte maggior bisogno dello sport e della sua cultura.

Come ci riuscirete?

A questo diritto “di fatto” dovranno corrispondere i doveri delle Istituzioni e della classe dirigente, a partire dal sottoscritto. Mi auguro, collaborando con altri colleghi Ministri, di poter contribuire a garantire più risorse pubbliche per lo sport, migliorandone sensibilmente la presenza a scuola (palestre e programmi didattici), aumentando gli investimenti a beneficio delle infrastrutture sportive pubbliche e garantendo crediti d’imposta ai privati che le miglioreranno, mettendo a disposizione una corposa struttura di bonus sport per le famiglie meno abbienti e lavorando anche sulle detrazioni fiscali. Queste e altre misure faranno parte di un programma di medio-lungo periodo che consentirà allo sport di dimostrare tutta la sua efficacia, come difesa immunitaria sociale.

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