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Le competenze per ripartire

Il sistema produttivo nazionale è chiamato a rispondere alle emergenze degli ultimi mesi. Ma vuole crescere, come testimonia la ripresa della domanda di manager, finalizzata soprattutto a gestire la transizione digitale e sostenibile

Sono passati due anni dalla diffusione del Covid, due anni difficili sia dal punto di vista sanitario che economico.  Purtroppo, assistiamo anche al conflitto tra Russia e Ucraina che, oltre a causare dolorose perdite di vite umane e distruzione, mette in seria discussione la ripresa post-pandemica.

Secondo il Fondo monetario internazionale il Pil italiano da +6,6% del 2021 passerà al +2,3% nel 2022 e al +1,7% nel 2023. Il Centro studi Confindustria stima un calo della produzione industriale a marzo (-1,5%) e nel primo semestre 2022 un -2,9% rispetto al 4° trimestre del 2021. Sta incidendo la crisi energetica con il costo dell’approvvigionamento di gas e petrolio schizzato alle stelle.

La guerra, inoltre, sta portando notevoli difficoltà di reperimento di prodotti agricoli, materie prime e semilavorati con pesanti ricadute su diversi comparti industriali italiani. Il 47% delle imprese intervistate da Banca d’Italia sulle condizioni operative ritiene nulla la probabilità di miglioramento delle prospettive economiche nel 2° trimestre 2022.

Nonostante questo contesto negativo, l’Osservatorio 4.Manager rileva che oltre a non esserci stata la temuta emorragia di figure manageriali, si registra una ripresa della domanda di dirigenti pari a un +50%, soprattutto per affrontare la transizione digitale e sostenibile.

Si pensi, ad esempio, alle figure come l’energy manager e il manager per la sostenibilità in grado di comprendere i processi aziendali, individuarne i punti deboli, riorganizzare la gestione interna e pianificare la migliore strategia finalizzata al risparmio energetico, in un’ottica di efficientamento e sostenibilità.

Le imprese, secondo le ultime indagini dell’Osservatorio, presentano una rilevante richiesta di leader in grado di accelerare e ampliare i processi di innovazione verso modelli lavorativi al passo con i cambiamenti. Inoltre, in seguito all’incertezza geopolitica globale, alle politiche protezionistiche e alle sanzioni economiche si avrà una maggiore e diversa domanda di competenze manageriali anche nel campo dell’internazionalizzazione.

Tuttavia, il 48,4% delle aziende italiane fa fatica a reperire le competenze giuste.

Le aziende chiedono leader in grado di accelerare e ampliare i processi di innovazione, ma il 48,4% delle imprese fatica a reperire le competenze giuste

È un contesto dinamico con aziende che si riorganizzano e manager alle prese con percorsi di riposizionamento che consentano loro di continuare a dare un contributo al sistema produttivo italiano. Dal primo lockdown a fine 2021 si sono svolti 152 vertici su aziende in crisi al ministero dello Sviluppo economico. Quasi 8 tavoli al mese.

Sono necessarie quindi misure in grado di supportare le aziende nei processi di cambiamento attraverso la valorizzazione delle alte competenze. Su queste basi 4.Manager ha costruito un sistema di politiche attive che tiene conto sia delle situazioni in cui i manager sono in uscita dalle imprese, sia i casi in cui le imprese cercano le competenze necessarie alla loro crescita: si tratta delle facce di una stessa medaglia.

Nel primo caso, fondamentale è quanto previsto dal Ccnl del 30 luglio 2019 per valorizzare il ricorso ai percorsi di outplacement da parte delle imprese interessate da processi di ristrutturazione e/o riorganizzazione aziendale.

Il previsto contributo di 3 mila euro, per concorrere ai costi sostenuti dall’azienda, rappresenta solo uno dei benefici prodotti, bisogna considerare anche i positivi ritorni in termini di responsabilità sociale, di miglioramento del clima aziendale e di valorizzazione delle competenze sul territorio che altrimenti andrebbero disperse.

L’iniziativa ormai è entrata a regime e, dall’analisi dei primi percorsi conclusi, emerge con forza la loro estrema efficacia in quanto nella totalità dei casi i manager coinvolti hanno trovato una nuova occupazione, con assunzione o come Temporary manager.

Sembra quindi opportuno insistere su questa linea per diffondere e far apprezzare lo strumento ad un pubblico più vasto. È necessario proporre sistematicamente il percorso di outplacement nei verbali di conciliazione, intervenendo sin dalle prime fasi dell’accordo per indirizzare l’azienda verso questa scelta e sensibilizzare i manager sulla bontà dello strumento, che si configura come un investimento sulla propria persona che offre strumenti e opportunità di ricollocamento.

A completamento di tali misure, di rilievo appaiono le azioni intraprese per affrontare le delicate situazioni che si vengono a creare nel caso di fallimento delle aziende.

Il “progetto sperimentale Placement è una “rete di protezione”, nato con l’obiettivo di supportare il riposizionamento di dirigenti provenienti da aziende cessate o sottoposte a procedura concorsuale. Viene consentito, ai dirigenti per i quali non è possibile attivare l’outplacement nelle forme previste dal Ccnl a causa della cessazione dell’azienda di provenienza, di usufruire gratuitamente di un percorso di riposizionamento.

L’altra faccia della stessa medaglia, come dicevamo prima, riguarda invece il sostegno alle aziende in cerca di competenze per crescere.

Il progetto “Rinascita manageriale” prevede un supporto a tutto tondo per le aziende che ingaggiano un dirigente inoccupato: da un contributo fino a 30 mila euro per concorrere ai costi sostenuti nelle fasi di assessment aziendale e di ricerca e selezione del personale, ad una copertura dei costi, lato azienda, per l’iscrizione Fasi, all’accesso gratuito per il manager a una piattaforma di e-learning curata da Federmanager Academy.

Il progetto è rivolto alle imprese che applicano il Ccnl dirigenti industria del 2019 e versano il contributo a 4.Manager e a dirigenti industriali inoccupati da non più di 24 mesi.

Misure e incentivi privati devono andare a braccetto con quelli pubblici, integrandosi per creare sinergie costanti e strutturate sulle politiche attive, uno stimolo per tutti gli operatori verso uno sviluppo inclusivo con al centro le persone, bene essenziale in un Paese come l’Italia che vive di ingegno, creatività, pianificazione e capacità organizzative, insomma di capitale umano.

Le iniziative di 4.Manager vogliono essere quindi dei propulsori di competitività e competenza che puntano a ridurre le asimmetrie di mercato e garantire allo stesso tempo occupazione, innovazione e produzione con un approccio win win.

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