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Il tempo del talento

Inclusione delle diversità, formazione delle competenze, digitalizzazione. Ecco come creare un team di talenti che veda protagoniste le donne

Il tema della parità di genere, e della valorizzazione del ruolo delle donne nel mondo del lavoro, fa passi in avanti ma troppo lentamente.

È ormai circa un trentennio che ai proclami sul delicato punto hanno fatto seguito dei provvedimenti che, nonostante l’impegno delle promotrici, non hanno conseguito un approccio di sistema, in grado di cambiare davvero la realtà, se non in modo ancora molto parziale, con la permanenza di erronee prassi consolidate e forme radicate di mancata inclusione della forza lavoro femminile.

Oggi si registrano però novità importanti, passi in avanti dal punto di vista normativo che possono incidere su uno scenario complesso.

Retaggi culturali, spesso fondati sull’incapacità di comprendere le evoluzioni della società, nonché problemi di realizzazione di servizi idonei in favore delle donne, hanno provocato ritardi storici che stiamo cercando di colmare.

Attenzione però, il tema che analizziamo non ha solo carattere sociopolitico, ma ha delle evidenti implicazioni di tipo economico, considerando le difficoltà che il Paese registra in merito al totale delle persone occupate, al deficit di coinvolgimento dei giovani e delle donne e a processi di pensionamento da ricalibrare.

Le ingenti risorse drenate del Pnrr dovranno essere convertite in opportunità concrete per le donne, in termini di servizi davvero funzionali – si pensi, a titolo di esempio, all’annosa questione degli asili nido che rispondano davvero ai bisogni delle mamme lavoratrici e non che debbano essere queste ultime a doversi adattare alle regole delle strutture – e soprattutto promuovendo modelli lavorativi agili per un adeguato work-life balance.

In questo senso la nostra Federazione è impegnata sull’evoluzione concreta delle procedure di smart working, forzosamente adottate in conseguenza dell’emergenza pandemica. Promuoviamo un modello lavorativo agile, che favorisca l’affermazione della fiducia sul lavoro, accompagnata dalla valorizzazione dei talenti e da un approccio basato sulla responsabilizzazione dei lavoratori, più che sul controllo.

Altro punto per noi decisivo è l’attenzione al binomio diversity e inclusion, nell’ottica di un ambiente di lavoro che sia inclusivo verso tutte le diversità, non solo quelle di genere.

Coltiviamo infatti la creazione nelle aziende di team di talenti, composti da donne e uomini capaci di fare la differenza e non di registrare la mera presenza.

C’è poi la grande questione dei processi di digitalizzazione che riguardano le nuove frontiere occupazionali. In Italia, tra gli iscritti nelle facoltà Stem le donne rappresentano ancora poco più del 30%: un dato che colpisce e che non dialoga con il futuro.

Le specializzazioni di carattere tecnico saranno fondamentali per gli anni a venire, ancor più di quanto non lo siano già oggi.

Per questo lavoriamo al continuo perfezionamento dei nostri percorsi di certificazione delle competenze manageriali, focalizzati con attenzione sull’accrescimento di expertise di tipo tecnico, oltre che su una implementazione del patrimonio di soft skill.

Inclusione, diversità e formazione: tre parole chiave per leggere il nostro tempo.

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