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Soluzioni atlantiche

Federmanager Academy presenta “Strategic way to Usa”, un percorso di formazione che promuove la creazione di una community di protagonisti nei mondi dell’impresa, delle banche, della tecnologia e dei centri di ricerca più avanzati

Le tensioni geopolitiche in diverse aree del mondo, gli effetti evidenti del climate change, poi due anni di pandemia e la nuova crisi energetica e ora la guerra in Ucraina: ormai l’incertezza è il paradigma più “certo” che registriamo e il mondo non è più lo stesso. L’ultimo drammatico evento ci traghetta in un mondo nuovo, in cui torna la guerra in Europa, il mondo che, nel dibattito alla Camera, un leader politico ha espresso con questa sintesi: il 23-24 febbraio è il nostro “nuovo 11 settembre”.

Se questo è vero, la prima intuitiva domanda è: che devono fare la politica e le istituzioni internazionali nel nuovo scenario? E il medesimo interrogativo va riferito alle organizzazioni d’impresa e a coloro che riflettono o lavorano sui temi manageriali. Chiediamoci dunque: qual è il nuovo compito di un dirigente dell’industria, soprattutto di quelli che hanno ruoli strategici e di coordinamento, e quali gli approcci adeguati al nuovo contesto che una management school deve costruire e proporre? Alcune risposte sono agevoli da dare: da diversi mesi è tornato centrale il tema dell’Energy management, e da qualche settimana quello del reperimento di esperti di turbolenze finanziarie, a motivo dello Swift o del crollo di banche e altre entità finanziarie russe. Vi sono però altre problematiche da porre al centro, fra cui:

  1. i sistemi It da rafforzare, di fronte agli attacchi di una cyberwar;
  2. una supply chain globale che, già con i blocchi dovuti alla pandemia e ora con le sanzioni, ha subito forti ridefinizioni a livello mondiale, al punto che oggi si pone il tema dell’autosufficienza delle economie europee rispetto ai fornitori di componentistica strategica;
  3. l’innovazione tecnologica in uno scenario che è passato dalla forte competizione fra aziende a quella molto più feroce tra sistemi Paesi, e ora fra blocchi contrapposti: prova ne sia lo stanziamento da parte dell’Unione europea di 7 mld per l’Intelligenza artificiale, o di 43 mld per la progettazione e produzione di semiconduttori, onde affrancarsi dai produttori cinesi e di quella Taiwan (40% della produzione mondiale) che fra qualche mese potrebbe vivere una prospettiva “ucraina”;
  4. più di tutto, le analisi strategiche e di scenario, con osservazioni che, quantomeno dal nostro punto di vista, è preferibile siano sempre più basate sul foresight, anziché sul tradizionale forecast.

Federmanager da diversi mesi ragiona su questi che sono scenari da “nuovo 11 settembre”, nel senso di una via d’uscita protesa verso sinergie con le alleanze atlantiche. Anche per questo, la nostra Associazione ha offerto varie riflessioni in un recentissimo numero di questa rivista e ha raccolto in modo convinto l’invito della Associazione Amerigo per creare un network a quattro che vede anche la American chamber of commerce in Italy e il Centro studi americani di Roma. Con l’evento del 28 ottobre scorso si è infatti costituito il Transatlantic investment committee, alla presenza e col patrocinio sia del ministero degli Affari esteri italiano che dell’Ambasciata Usa a Roma: l’obiettivo è quello di creare un network di imprese e manager, banche e investitori, centri di ricerca e scale up, che costruiscano ponti fra Italia e Stati Uniti, soprattutto per creare scambi a livello di investimenti strategici e tecnologici.

L’ampia iniziativa avviata con il Transatlantic investment committee è una chance soprattutto per le donne, potendo esse posizionarsi su un livello di interlocuzione manageriale e aziendale di altissimo livello

Peraltro, per le donne manager questa costituisce una doppia opportunità: infatti, se è vero che i temi ora evocati sono “hard” e non certo da “soft power”, e dunque con poche protagoniste femminili, questa iniziativa è una chance soprattutto per le donne, potendo esse posizionarsi su un livello di interlocuzione manageriale e aziendale di altissimo livello. In sostanza, un’ulteriore e qualificata iniziativa voluta e sostenuta da Federmanager nella prospettiva della valorizzazione del management femminile.

Le prime attività sono da un lato un Rapporto costruito su circa 100 interviste a protagonisti della vita economica o finanziaria tra i due Paesi, con personalità di altissimo livello e con una riflessione che sarà presentata a Roma nel prossimo luglio, dall’altro un percorso di formazione su cui possiamo dare alcuni elementi. Lo abbiamo chiamato “Strategic way to Usa”, con le lettere dell’acronimo che esprimono la volontà di “Supporting TRAde and TEchnology to Generate Industrial Connections”. Il fatto che ci si rivolga non a chi intenda fare la solita formazione all’export negli Usa, o a problematiche puramente operative o legalistiche, ma ai segmenti strategici del complessivo rapporto fra le due sponde dell’Atlantico, dà l’idea di quanto sia qualificante la prospettiva in cui il percorso formativo si pone.

Il corso “Strategic way to USA” è una grande opportunità che Federmanager offre a molti interlocutori e, a condizioni vantaggiose, ai propri associati

I promotori hanno chiesto a Federmanager Academy di progettare un percorso di 15 sessioni che si dipaneranno dal 3 maggio a fine ottobre, con una conclusione a Washington presso la nostra Ambasciata. I primi 6 moduli avranno come temi le basi preliminari per lavorare ad alto livello con gli Usa, dall’Accounting al Finance, dagli aspetti geopolitici alle problematiche contrattuali e degli investimenti tecnologici, mentre i 9 moduli di approfondimento seguiranno l’agenda del Trade and technology council, come definita nell’incontro di Pittsburgh dello scorso settembre fra Usa ed Unione europea.  Al termine, un probabile study tour in aziende americane d’eccellenza che sarà riservato a coloro che si saranno iscritti come early bird, con una ulteriore priorità per le manager donna.

Nel percorso formativo, che ha come destinatari manager con un’esperienza nel business in contesti internazionali, vi saranno non solo docenze e testimonianze di altissimo livello, ma l’opportunità di entrare in una community di protagonisti nei mondi dell’impresa e delle banche, delle multinazionali vere e proprie e delle cosiddette “pocket corporations”, della tecnologia e dei centri di ricerca più avanzati: questi ambiti vedono quasi sempre una rappresentanza maschile soverchiante, e per tale motivo la proposta di entrare in una community di questo tipo ha un valore aggiunto ancor più rilevante per le donne manager.

Tornando ai temi, e riprendendo i bullet indicati numericamente, si può dire che saranno trattati gli aspetti sempre in mutamento di realtà come:

  • la supply chain, soprattutto a livello dei beni e della componentistica che, in caso di una produzione bloccata o deviata verso altri Paesi, possono mettere in crisi settori come l’automotive o la meccatronica, la farmaceutica, la chimica e molti altri;
  • il trasferimento di tecnologia, per costruire un contesto in cui l’accesso ad esempio ai semiconduttori non sia materia di pressione o ricatto da parte di produttori egemonizzati da Paesi non alleati di quelli europei;
  • le competenze per le letture strategiche e di scenario, per i motivi richiamati sopra.

In sintesi, il Corso “Strategic way to USA” è una grande opportunità che Federmanager offre a molti interlocutori e, a condizioni vantaggiose, ai propri associati, per un percorso straordinario che aiuterà a prepararsi al mondo del “nuovo 11 settembre”, in cui sarà necessario un sapere manageriale che sia all’altezza di questi turbolenti scenari. Per info e quote di partecipazione: info@federmanageracademy.it, con l’accettazione delle iscrizioni entro il 22 aprile.

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