In volo verso Bali

Il successo del G20 a presidenza italiana ha evidenziato anche il grande lavoro svolto dal W20, l’engagement group impegnato sulle questioni di genere. Ecco alcuni dei risultati conseguiti

Si è conclusa a dicembre, a Roma, la prima presidenza del G20 a leadership italiana che ha visto istituzioni, organizzazioni ed esperti dai 20 Paesi negoziare su tre ambiti: persone, pianeta, prosperità.

Al Gruppo Women20 (W20), formato da oltre cento attiviste e attivisti da tutto il mondo, il compito di individuare raccomandazioni sulle questioni di genere e avanzare proposte in cinque aree strategiche: lavoro, digitale, imprenditoria & finanza, violenza contro donne e bambine e sostenibilità ambientale.

Un focus importante è stato dedicato al tema della medicina di genere e al cambiamento culturale, tramite due Commissioni di esperti internazionali, rispettivamente coordinate dalla professoressa Flavia Franconi e dalla professoressa Fabiana Giacomotti. A quest’ultimo tema, si lega inoltre il progetto del W20 “100 donne che mancano nei libri di storia”, volto a restituire nei testi scolastici role-model di figure femminili che hanno fatto la storia, che verrà presentato al pubblico, a fine marzo, a Roma.

“100 donne che mancano nei libri di storia” è un progetto volto a restituire, nei testi scolastici, role-model di figure femminili che hanno fatto la storia

Il percorso del W20 è cominciato a fine 2020: l’Italia ha raccolto il testimone dall’Arabia Saudita e ha inaugurato la propria presidenza tramite consultazioni con oltre 150 associazioni impegnate sull’empowerment femminile. Successivamente, a seguito di un dialogo continuo con il Governo italiano e frequenti confronti con le delegazioni dei 20 Paesi, il Communiqué con le raccomandazioni del W20 è stato consegnato, all’Ambasciatore Mattiolo, consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, Sherpa G7 e G20.

Tra i successi del W20 Italia si annovera il supporto alla realizzazione della prima Roadmap G20 sullo women empowerment, deliberata dai ministri del Lavoro dei 20 Paesi e riportante un set di indicatori per misurare la riduzione del divario di genere e il raggiungimento dei cosiddetti Brisbane goals (abbattimento del 25% del gender gap entro il 2025). Su suggerimento del W20 è stato anche inserito un indicatore per misurare l’andamento dell’occupazione femminile. La riduzione del divario è effettiva solo se si trasforma in creazione di posti di lavoro di qualità per ogni donna e ragazza.

Per la prima volta nella storia del Vertice dei 20 Capi di Stato, è stata riconosciuta, all’interno della Dichiarazione (di impegni) dei leader, la liaison tra ambiente e questioni di genere stressando l’importanza che i green jobs, assieme alle nuove tecnologie digitali, giocano nella creazione di opportunità lavorative per le donne. I leader rimarcano anche, quanto proposto dal W20 nel Communiqué 2021, ovvero l’importanza di ridisegnare e progettare città sostenibili a misura delle esigenze e degli stili di vita delle donne.

Infine, lo scorso agosto a Santa Margherita Ligure, è stata indetta dalla ministra Bonetti la 1° Conferenza internazionale sulle donne, appuntamento che i Governi del G20 si sono impegnati a rinnovare anche negli anni a seguire.

Da fine dicembre 2021, la presidenza del G20 e del W20 è passata all’Indonesia che nell’arco del 2022 lavorerà all’obiettivo internazionale “recovery together, recovering stronger”. Il Women20 continuerà a elaborare raccomandazioni su lavoro, economic empowerment delle donne, salute e medicina di genere e sulla lotta contro discriminazioni e violenze, con attenzione alle donne che vivono nelle aree rurali del mondo.

Prossimo appuntamento quindi con i leader G20 e lo women empowerment: ottobre 2022 a Bali.

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