Quale bilancio per il Piano Calenda

A Torino il ministro Calenda ha presentato il consuntivo del Piano Impresa 4.0 varato alla fine del 2016 con l’intento di promuovere lo sviluppo industriale del Paese mettendolo in corsa con le economie più avanzate dello scacchiere internazionale.

Una serie di misure presenti nel Piano, contenenti indubbi aspetti di originalità rispetto ai provvedimenti adottati da Paesi vicini a noi per dimensione e cultura, ha determinato risultati come da anni non registravamo.

L’unanime positivo giudizio, espresso nel corso della kermesse torinese da Confindustria e dai Sindacati Confederali, conferma la bontà del progetto e stimola a una ancora più decisa promozione di misure idonee al sostegno di un’economia più moderna basata sui pilastri delle competenze, della formazione, dell’innovazione tecnologica e della trasformazione dei modelli di lavoro e di business.

A tale riguardo, credo che la nostra Federazione possa rivendicare con forza di aver non solo colto lo spirito e gli obiettivi del governo, ma di essere stata una delle realtà più attente e attive, sia in fase di impostazione delle norme sia in quella di successiva attuazione.

Attraverso le organizzazioni territoriali Federmanager, abbiamo infatti dato vita a una diffusa campagna di informazione e formazione sui temi messi in campo dal Piano Impresa  4.0. Anche il tema delle competenze, uno dei nostri capisaldi, è stato posto in ulteriore evidenza da tale Piano.

Così come il delicato capitolo della formazione, aspetto strategico che per la nostra categoria rappresenta l’elemento imprescindibile della crescita professionale e presupposto fondamentale per una qualificata direzione aziendale.

Siamo stati i primi a mettere a disposizione le nostre professionalità per il varo e il successo dei DIH (Digital Innovation Hub), strumento considerato fondamentale dal Piano Calenda per creare nel territorio le precondizioni di uno sviluppo omogeneo del nostro tessuto industriale.

Ma ancora ci siamo presentati, con puntualità, all’appuntamento del Programma Scuola-Lavoro promuovendo una serie di accordi e protocolli d’intesa per favorire lo sviluppo di iniziative idonee alla creazione dei nuovi profili professionali richiesti dal mercato.

Possiamo infine rivendicare le molteplici iniziative poste in essere per sensibilizzare il comparto delle PMI perché siano favorevolmente valutati gli aspetti positivi derivanti dall’inserimento di figure manageriali all’interno delle aziende del comparto, in grado di creare le condizioni per lo sviluppo di nuovi modelli business in linea con i criteri dettati dall’innovazione tecnologica e di processo.

Insomma crediamo che come Federmanager abbiamo fatto e stiamo facendo un rilevante lavoro per contribuire allo sviluppo di un programma che valutiamo in modo positivo per l’industria e per il Paese.

Forse, con qualche rammarico, riteniamo che il nostro impegno e la nostra disponibilità non siano stati sempre presi nella giusta considerazione.

L’offerta di competenze, da parte di chi ne ha, meriterebbe migliore risposta da parte di chi la chiede.

*   Coordinatore Commissione Federmanager Industria 4.0