Giovani leader crescono. Qui da noi

Il lancio a Connext, il bando a primavera. Fondirigenti stanzia 2 milioni di euro per “D20Leader” l’iniziativa che formerà, per trattenerli in Italia, 100 giovani candidati a essere i leader del domani

Selezionare e formare 100 giovani, perché diventino leader nelle aziende del nostro Paese. La sfida, lanciata da Fondirigenti, è stata al centro del workshop svoltosi l’8 febbraio al Convention Center di Milano, nell’ambito di Connext. Una sfida contro la fuga dei cervelli all’estero, visto che ben 243 mila connazionali secondo l’Aire nel corso del 2017 si sono trasferiti fuori dei confini nazionali, e più del 30 per cento è costituito da laureati. Una sfida per il sostegno del nostro sistema formativo, che ha investito un punto di Pil, ovvero 14 miliardi di euro, per costruire questi giovani che poi ci sfuggono. E una sfida nella direzione necessaria di rinvigorire il nostro sistema di management.

«Un progetto concretamente visionario» lo ha definito Carlo Poledrini, che del Fondo interprofessionale promosso da Confindustria e Federmanager è il presidente. Il nome “D20Leader” ha un doppio significato. Ricorda il ventesimo anniversario, celebrato a novembre, della Fondazione intitolata alla memoria di Giuseppe Taliercio, e l’età dai 20 ai 29 anni dei giovani che vogliono partecipare.

Fondirigenti vi investe 2 milioni di euro, il bando sarà pronto entro la primavera e per i candidati che avranno superato la selezione è previsto un percorso formativo di sei mesi, due dei quali all’estero. «Proviamo a fermare le partenze – ha insistito Poledrini – e a formare dei leader creando le condizioni perché il talento si fermi qui da noi a servizio delle imprese e del Paese».

Le caratteristiche necessarie le ha declinate Federico Visconti, rettore dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC: «Il leader del futuro – ha precisato – deve lavorare sui perché, innovare, avere passione, puntare sul dialogo, pensare a medio e lungo termine, focalizzarsi sull’execution e sul sacrificio e avere solide basi digitali». Un concetto, quello del sacrificio, sottolineato anche da Bruna Nava, trainer e counsellor, HR consultant e psicologa: «Un change maker, deve avere intelligenza emotiva e capacità di resistenza, tollerare le frustrazioni, sopportando il confronto e il fallimento».

Il progetto “D20Leader” vuole creare  le condizioni perché il talento si fermi qui da noi, a servizio delle imprese e del Paese: una sfida per sostenere il nostro sistema formativo

È pure importante «aver cura di nuove priorità, come la sostenibilità» ha osservato dal canto suo Luca Sburlati, Ad & CEO di Pattern Roscini Fashion Engineering & Production. Sburlati ha posto la sua attenzione anche «sull’impatto che le dinamiche tecnologiche hanno sui social media, e sull’importanza dell’artigianato tecnologico come ambito d’azione per le nostre imprese, e fonte di lavoro qualificato e ben retribuito anche per i giovani».

Domenico Barone, vice direttore di Fondirigenti, si è soffermato su alcuni punti operativi del progetto “D20Leader”. «Saranno candidature non canoniche – ha assicurato – con le quali i ragazzi dovranno esprimere una loro idea-progetto da sviluppare» e ha riassunto i vari step formativi: «Formazione sui basic della leadership, study tour all’estero, matching dei profili e project work in aziende, università e organizzazioni internazionali, dall’Ocse alla Fondazione Obama».

Intenso ed emotivo il video proiettato e prodotto da Fondirigenti durante i lavori; a rispondere quale fosse per loro il concetto di leader, molti giovani universitari e studenti degli ITS, Istituti Tecnici superiori per la specializzazione post-diploma.

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