5960

Competenze certificate: il racconto dei manager

A quasi due anni dall’avvio del progetto “Industry 4.0 All Inclusive”, abbiamo posto tre domande ai manager che hanno ottenuto la certificazione delle proprie competenze manageriali. Ecco cosa raccontano di un percorso non certo semplice, ma capace di generare grandi soddisfazioni.

Poco più di un anno e mezzo fa, Federmanager ha deciso di raccogliere la sfida costituita da Industry 4.0 cogliendo in quella che per tutti è la Quarta rivoluzione industriale l’occasione per il mondo del lavoro di ridefinire competenze e fornire approcci teorici e applicazioni pratiche al passo con le trasformazioni che la tecnologia produttiva imporrà alle aziende. Per questo Federmanager, nella cornice del Progetto “Industry 4.0 All Inclusive” che ha formato nel biennio 2017-2018 figure manageriali in grado di trasformare in realtà gli obiettivi del piano “Impresa 4.0” del Mise, ha lanciato attraverso la propria Academy lo short master di eccellenza per certificare le competenze di oltre 300 dirigenti in tutta Italia, che hanno potuto fra l’altro partecipare a percorsi formativi con giornate in Samsung, Amazon, FCA-FIAT, Expert Systems. Tutto questo, insieme alle giornate in aula e agli oltre venti corsi in eLearning sui temi dei 4 profili certificati: Innovation Manager, Temporary Manager, Export Manager e Manager di rete.

Siamo di fronte ad uno sforzo notevole partito da una rigorosa selezione, condotta attraverso un assessment online e seguita da un colloquio aggiuntivo con esperti, fino ad arrivare alla certificazione di parte terza, eseguita da Rina Services, per oltre 300 colleghi arrivati in fondo ai percorsi formativi.

Lo short master ha coinvolto 300 manager in 4 profili certificati: Innovation Manager, Temporary Manager, Export Manager e Manager di rete

Nessuno meglio di loro oggi può raccontare questa esperienza e spiegarne tanto la qualità formativa quanto l’utilità per un più forte posizionamento nel mondo del mercato. Quelle che vi proponiamo sono le prime testimonianze di un viaggio a puntate che proseguirà nei prossimi mesi su questo mensile. A tutti i manager che hanno partecipato allo short manager abbiamo posto tre domande, quelle che leggete sono le loro risposte. 

Daniele Trimarchi, 48 anni, Salerno, certificato Export Manager:

  • Dopo anni di esperienza internazionale come amministratore delegato di aziende nel 2014 sono rientrato in Italia lavorando per un gruppo campano che si occupava della collocazione di aziende all’estero. Adesso svolgo lo stesso lavoro da freelance. Ho deciso di frequentare lo short master perché ero alla ricerca di un modo per evidenziare e rendere più efficacemente spendibili le mie competenze, gli studi fatti e le esperienze maturate.
  • In anni di lavoro avevo acquisito esperienze e capacità ma quello che forse mi serviva era un percorso che mi permettesse di acquisire consapevolezza di alcune carenze formative sulle quali ho potuto lavorare per rafforzare il mio profilo professionale.
  • Immediatamente dopo il master ho messo da parte la certificazione conseguita, ritenendo superficialmente che non potesse essere spendibile se non come presentazione sul biglietto da visita e sul mio sito internet personale. Invece mi sono accorto che la certificazione ha rappresentato per le aziende e i professionisti con cui sono venuto in contatto un metodo di riconoscimento immediato e certo delle mie competenze e delle mie qualifiche. Oggi i titoli di studio e formazione sono tanti, a volte la certificazione sembra un di più, e invece un buon percorso di certificazione rappresenta il modo migliore per colmare alcune lacune e aprire nuovi sbocchi e opportunità.

ASCOLTA UNA PILLOLA DELL’INTERVISTA 

 

 

Cristina Vaudagna, 48 anni, Milano, certificata Temporary Manager

  • La mia attuale attività prevalente è il temporary management nell’ambito organizzazione e risorse umane, in continuità rispetto a ciò che già facevo prima dello short master. La mia scelta di affrontare il percorso di formazione e certificazione è stata motivata dalla volontà di confrontarmi con una valutazione di parte terza rispetto a un percorso professionale già avviato, supportata da un’integrazione formativa rispetto alla professionalità fino a quel momento maturata.
  • Della formazione ho apprezzato l’organizzazione e-learning in coerenza con i temi relativi alla digitalizzazione e all’industry 4.0, oltre all’integrazione di competenze di gestione strategica ed economico-finanziaria.
  • Per quanto riguarda il profilo di temporary manager, ritengo che questa tipologia di collaborazione professionale necessiti di rafforzamento nel nostro Paese; per questo una certificazione di parte terza può costituire una oggettivazione per i clienti della affidabilità di una tale figura professionale in fase di sperimentazione e prima introduzione, ossia quando ancora non la si conosce e non si conosce il professionista con il quale si entra in contatto.

 

ASCOLTA UNA PILLOLA DELL’INTERVISTA 

 

Raoul Cozzi, 48 anni, Treviso, certificato Innovation Manager

 

  • Prima dello short master ero direttore generale presso una media azienda che si occupa di servizi per compagnie Oil & Gas con la quale avevo interrotto il mio rapporto di lavoro. Attualmente, proprio grazie alla certificazione delle competenze sono consulente di finanza agevolata per attività di ricerca e sviluppo per un gruppo quotato in Borsa.
  • Fra le attività più interessanti svolte durante il periodo dello short master sicuramente la visita ad aziende leader ed innovative come Amazon, FCA, Samsung e Expert System. Nel corso della formazione ho apprezzato particolarmente la trattazione di temi innovativi come Big Data, Cyber Physical System, Industry 4.0, Robotics. L’attività didattica è stata svolta con docenti molto qualificati, come ad esempio professionisti e rappresentanti di dipartimenti Universitari.
  • Si tratta di un’esperienza che ritengo molto utile per tutti i professionisti perché in questo momento le aziende si trovano ad affrontare sfide molto importanti e mancano le persone preparate per gestire il cambiamento tecnologico e organizzativo. Il corso, invece, fornisce strumenti pratici per avvicinarsi alle necessità delle imprese e dà inoltre la possibilità incontrare manager qualificati con cui confrontarsi, scambiare idee e opinioni e fare networking.

ASCOLTA UNA PILLOLA DELL’INTERVISTA 

 

Patrizia Selmi, 54 anni, Cento (Fe), certificata Temporary Manager

  • Prima di partecipare allo short master per la certificazione delle competenze dirigevo negli Stati Uniti la filale di una azienda italiana, mentre al momento sono responsabile per l’Europa di un altro gruppo del nostro paese per cui mi occupo della gestione dei distributori stranieri e delle strategie di marketing.
  • A mio parere fra le cose più interessanti del master c’è sicuramente l’approfondimento sul tema delle vendite, del marketing e della supply chain. Tutti temi di cui fino a quel momento non mi ero occupata in maniera tanto approfondita. Per il mio percorso formativo è stato sicuramente importante approfondire tutti quegli aspetti che stanno dietro al personale vendita e marketing. Per me è stato un grande arricchimento che mi ha permesso di approfondire e affrontare con un’ottica nuova dinamiche del lavoro e modelli di business.
  • Mi è già capitato di consigliare a una collega in cerca di una nuova opportunità di lavoro si iscriversi al master. Per professionisti qualificati della mia età, ma anche per manager più giovani, la certificazione delle competenze è molto importante sia nella ricerca di una nuova occupazione che nelle dinamiche di interazione con committenti e clienti. Non è la stessa cosa provare a spiegare le proprie competenze, anche se frutto di esperienze di anni, e averle invece certificate per titoli dando quindi una idea più oggettiva e professionale del proprio percorso lavorativo e dei risultati conseguiti.

ASCOLTA UNA PILLOLA DELL’INTERVISTA